OPENING POSTPONED due to the Covid19
An exhibition that will soon be visible online but will only be made open to the public starting from January 15th
Le torri dell’antica Babilonia sono diventate i cento grattacieli di Manhattan.
New York: la nuova Babilonia. Vertiginose pareti precipitano nei canyon delle avenues. Migliaia di vetri brillano come il Sole. Uno dei paesaggi più spettacolari al mondo, costruito dall’uomo per l’uomo.
Ed ecco le immagini suggestive di John Gellings coglierne la forza e la bellezza racchiuse e le ombre che vi incidono come pause. I passanti, lì, soli, fuggevoli, sembrano testimoni del segreto in transizione di queste architetture prodigiose. Manhattan-New York, palcoscenico per questi figuranti coi suoi background, spigoli, corridoi, superfici, lastre, strapiombi…
Gellings invita a orizzontarci lungo le verticali, un segnale giusto per non smarrirsi.
“Robert Capa una volta disse «Se le tue fotografie non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino»”. Gellings accoglie la citazione come una sfida, avendo come sfondo perfetto New York e la sua verticalità. “Mi è sempre piaciuto fotografare i momenti tranquilli della metropoli frenetica. Fotografare di domenica mattina, con il minor numero di persone e auto, poca confusione intorno agli edifici alti che desideravo riprendere. Ciò riguarda il mio amore per il luogo più che per i suoi abitanti. Ma anche la solitudine che si può provare in un luogo in cui le persone vivono ammassate e sono troppo fredde per essere amichevoli con gli estranei”.
Manhattan è una delle aree più densamente popolate al mondo (73.000 residenti per miglio quadrato) e come suggerisce l’autore “c’è anche anonimato, solitudine, nel camminare per le strade, e cerco di trasmetterlo nelle mie fotografie”. “L’uso dell’inquadratura verticale è stata la sfida. Spazio e spaziosità ma verticalmente parlando all’interno di strati continui di edifici. Alcuni dei miei amici lo consideravano brutto. Nella mia testa ostinata, ciò significava che l’inquadratura verticale era esattamente quella che dovevo usare. Così una sfida inizialmente personale è divenuta il mio modo preferito di rappresentare la verticalità della città. Mostrarla nella cornice verticale. Una vestibilità perfetta”.
“Il mio lavoro è una convergenza tra fotografia di strada e fotografia di architettura, pur non essendo completamente conforme allo stile di entrambe. Sebbene le sfide che mi hanno portato a questo progetto siano state semplici e non troppo intellettuali, sono ormai parte integrante del mio sviluppo artistico e del mio modo di concepire la fotografia”.
“Per quanto riguarda la mia tecnica, ho adoperato fotocamere digitali – sensore APS-c e 35mm full frame – (Fujifilm, Nikon e Sony) e il programma Lightroom dal 2008. Potendo fare digitalmente il controllo della prospettiva, riuscivo ad accoppiare la spontaneità della fotografia di strada con gli strumenti di correzione prospettica della fotografia di architettura. Ho preferito obiettivi tra 35-85mm per la loro mancanza di distorsione e una resa sicuramente lontana dalle foto di cellulari che tendono a fare affidamento sui grandangoli”. “Ho sempre cercato di fare le cose in modo diverso. Credo sia questo lo scopo dell’arte e la proposta di una scelta di immagini del mio progetto”.
Batsceba Hardy
Vertical New York by John Gellings is the first exhibition designed for Discovery, the fresh and lively exhibition section dedicated to the new proposals that c|e contemporary, consistent with its international program, offers. It is characterized by the selection of artists whose work stands out for being of high quality but not yet readily available in the world of Contemporary Art.
The privileged language of the curatorial choices for this meeting place is that of photography, used here by artists through the different aesthetics and ideas explored, as they react and try to give answers to the great questions of our time.
This project is the result of research and scouting work that has characterized the philosophy of c|e contemporary since its foundation. The meaning can be found in Berthe Weill’s motto: “Place aux jeunes”; understood in the sense of space for enthusiasm; sincerity without conditioning in creative research. Its conceptual synthesis and its concretization happened as a direct result of the meeting with Batsceba Hardy, who with her international group of photographers - Progressive Street - is perpetually searching for “another world, but in this”, as WB Yeats taught her.
A part of the exhibition space has thus been transformed into a real laboratory and artistic incubator which, simultaneously with the gallery exhibitions, gives life to a calendar of unconventional proposals. The periodic displays of the Discovery area give collectors and fans of contemporary art the opportunity to live the personal experience of discovery by coming into contact with artists who have started their careers with conceptually relevant projects.
Each exhibition is documented by a publication and sometimes by in-depth talks.
video by Olivia Agostini
Born in New Jersey where he graduated from Rutgers University with a degree in Fine Arts Photography, John Gellings lived in New York from 2008 to 2017, before moving to Santiago, Chile, where he continues his photographic work.
PHOTO VOGUE FESTIVAL
MOSTRE COLLATERALI - i più importanti eventi di fotogra a realizzati dalle migliori gallerie e nei più prestigiosi spazi espositivi di Milano
• 29 ARTS IN PROGRESS gallery: “On Seduction”. Artists: Giuseppe Mastromatteo, Toni Meneguzzo, Rankin. Curated by Giovanni Pelloso • Armani Silos: “Heimat. A Sense of Belonging”. Artist: Peter Lindbergh
• Condominio: “ITALIA 90”. Group exhibition
• c|e Contemporary: “Vertical New York”. Artist: John Gellings. Curated by Batsceba Hardy and Christine Enrile
• Fondazione Sozzani: “Ren Hang, photography”. Artist: Ren Hang
• Galleria Podbielski: “ORE SOSPESE | Un diario italiano”. Group exhibition. Curated by Maud Greppi and Pierre André Podbielski
• Istituto Italiano di Fotogra a: “Occhio Vivo”, part of “Venti Rosa: Nuovi Sguardi Femminili sul Contemporaneo”. Artist: Irene Guastella • Fondazione Stelline: “Skrei. Il viaggio”. Artist: Valentina Tamborra. Curated by Roberto Mutti
• Forma Meravigli: “La prossima immagine”. Produced by Contrasto in collaboration with Fondazione Forma per la Fotogra a and
Contrasto Galleria
• Leica Galerie Milano: “M’innamoravo di tutto”. Curated by Denis Curti
• Casa Testori: “Meristà”. Artists: Fatima Bianchi, Ilaria Turba. Curated by Giulia Zorzi
• Monica De Cardenas: “Allunati”. Artist: Rä di Martino
• Museo di Fotogra a Contemporanea
• NonostanteMarras: “Se non posso ballare non è la mia rivoluzione”. Artist: Francesco Bellina
• Of cine Fotogra che Milano: “Il silenzioso battito delle loro mani”. Artist: Davide Bertuccio
• Of ce Project Room: “Lowlands”. Group exhibition. Curated by PHROOM
• Other Size Gallery: “Maddalena Arcelloni. Incredibly Close”. Artist: Maddalena Arcelloni. Curated by Giusi Affronti • Palazzo Reale. “Prima, donna. Margaret Bourke-White”. Curated by Alessandra Mauro
• Reading Room: “Oath Magazine: A Photography Pledge”
• STILL Fotogra a
• Viasaterna